mercoledì 29 dicembre 2010

Filbert Street


Ieri uno dei telecronisti di Sky, il bravo Nicola Roggero, ha affermato che il Manchester City si sarebbe recato al Filbert Street per sfidare il Leicester City in un incontro valido per il terzo turno della FA Cup. Un errore che ci può stare, specialmente agli amanti del calcio inglese d'antan come Ruggero. Dal 2002, infatti, i Foxes non giocano più nell'impianto qui parzialmente ritratto in una foto d'epoca, bensì al nuovo e moderno Walkers Stadium.

martedì 28 dicembre 2010

Il Boxing Day di Premier commentato per Goal.com

Le due compagini di Manchester viaggiano a gonfie vele, mentre quelle di Liverpool non scendono nemmeno in campo a causa dei due rinvii per maltempo che complicano ulteriormente il calendario della Premier. Chelsea, la crisi continua.

COS'E' SUCCESSO – La classicissima della diciannovesima giornata della Premier, il derby tra Arsenal e Chelsea, si chiude con l'ennesima delusione di questo fine 2010 per Carlo Ancelotti. I Blues incassano la quinta sconfitta in campionato e vedono allontanarsi in maniera preoccupante la vetta della classifica. Tutto facile per le altre grandi, guidate rispettivamente da Dimitar Berbatov, Carlos Tevez e Rafa Van Der Vart, tutti autori di una doppietta. Ma se lo United ha avuto vita molto facile contro il Sunderland – dodicesima sconfitta subita da Steve Bruce su sedici match giocati contro Alex Ferguson – meno agevole è stato il compito dei Light Blues e soprattutto degli Spurs, in 10 per oltre un'ora di gioco a causa di un cartellino rosso forse comminato in maniera troppo frettolosa a Jermain Defoe. La sfida tra le due rivelazioni Bolton e West Bromwich Albion arride agli uomini di Owen Coyle, che riagguantano il sesto posto a scapito del Sunderland. Il calendario prevedeva due scontri diretti in fondo alla classifica, entrambi rivelatisi favorevoli alle squadre in trasferta. Mentre il West Ham, vincendo in rimonta al Craven Cottage, abbandona l'ultimo posto, il blitz del Wigan in casa dei Wolves permette ai Latics di uscire addirittura dalla zona caldissima della Premier.

IL TOP – Di recente lo abbiamo criticato per le stucchevoli moine atte a spuntare un ritocco contrattuale. Certi “trucchetti” Carlo Tevez farebbe bene a scordarseli per sempre e pensare solo a giocare. Cosa che gli riesce benissimo, qualsiasi maglia indossi. Al City i tifosi lo venerano come un idolo non solo perché per giocare a Eastlands ha tradito i cugini dello United, ma anche per la facilità con cui fornisce performance come quella contro il Newcastle. Due gol, un assist e determinazione da far invidia al Ringhio Gattuso dei bei tempi e chi si ricorda più della richiesta – poi ritirata – di essere ceduto?

IL FLOP – Il Fulham era reduce da due campionati di alto profilo e da una finale di Europa League persa per un soffio. Adesso la compagine bianconera, passata dalla gestione di Roy Hodgson a quella di Mark Hughes, è invischiata nella lotta per non retrocedere. E se specialmente in difesa si commetteranno errori capitali come quelli palesati domenica contro una diretta concorrente quale il West Ham – quasi sorpreso da tanta grazia – la caduta in Championship è tutt'altro che da escludere. Sempre che Al Fayed non trovi subuto una valida alternativa a Hughes...

LA SORPRESA – Lo aveva detto anche Cesc Fabregas: “L'Arsenal non sa vincere con le grandi”. E allora il sonoro 3-1 inflitto al Chelsea, con il quale i Gunners avevano perso le ultime cinque sfide in campionato, può essere considerato un evento inaspettato. I ragazzi di Arsene Wenger hanno giocato senza dubbio molto bene ma, altra sorpresa, questa volta in negativo, c'è da considerare la pessima prestazione della difesa del Chelsea. Prestazione sulla quale deve riflettere, e molto, Ancelotti.

TOH CHI SI RIVEDE – Ultimamente non aveva giocato moltissimo, vuoi per problemi di natura fisica, vuoi per la rotazione adottata da Ferguson. Ammirare Ryan Giggs dispensare tocchi di classe, come accaduto con il Sunderland nel fine settimana, diventa allora un'occasione da cogliere al volo. Il mago gallese ha 37 anni e la data del suo ritiro si avvicina sempre di più. Purtroppo.

LA CHICCA – Fino al termine degli anni Sessanta la partita del Boxing Day o addirittura del giorno di Natale veniva replicata, ovviamente a campi invertiti, dopo sole 24 o 48 ore. Poteva così capitare che il Manchester United perdesse 6-1 a Burnley il 26 dicembre del 1963, per poi prendersi la rivincita due giorni dopo all'Old Trafford, battendo i Clarets 5-1.

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI – Le speranze di salvezza del Wigan sono legate alle giocate del talentuoso colombiano Hugo Rodallega. Uno che ha i numeri da attaccante di spessore e che segna gol di notevole fattura, come quello di vitale importanza rifilato ai Wolves.

giovedì 23 dicembre 2010

Pensierino su Balotelli

Potrebbe sembrare che parlando di Mario Balotelli quasi voglio “sparare sulla croce rossa”. Criticato, difeso, insultato, l’ex interista è continuamente nell’occhio del ciclone. Però, al di là dei suoi atteggiamenti in campo (spesso da deprecare) e di come viene trattato da alcuni pseudo tifosi italiani (che andrebbero sbattuti in galera), il ragazzo farebbe bene a sfruttare al massimo la sua esperienza in Inghilterra, acquisendo un po’ di quella cultura sportiva che tanto manca dalle nostre parti. Quindi basta plateali lamentazioni quando gioca e basta dichiarazioni su un ipotetico futuro al Milan. Pensasse a farsi amare dai supporter del City, no?

lunedì 20 dicembre 2010

Altro record per The Wizard


Alex Ferguson in questi giorni ha superato il record di Matt Busby (24 anni, un mese e 13 giorni) come manager più longevo della storia dei Red Devils. Complimenti.

mercoledì 15 dicembre 2010

Quando a vincere è il maltempo

Il Generale Inverno ha già fatto sentire la sua gelida mano sul calcio inglese e, almeno stando alle previsioni dei metereologi, nelle settimane a venire non mollerà la presa. Se in Premier fino a questo momento l’unica partita rinviata è stata Blackpool-Manchester United, nelle divisioni minori sono numerose le partite da recuperare. A breve, ne siamo certi, ripartirà il dibattito sull’eventualità di introdurre o meno una pausa invernale, sull’esempio di altri campionati illustri, come quello tedesco. Parecchi allenatori delle big, Arsene Wenger in primis, sono favorevoli, ma per il momento dovranno fare buon viso a cattivo gioco e tuffarsi nella solita, splendida, abbuffata di calcio prevista per tutto il periodo delle vacanze natalizie.

La storia del Beautiful Game è punteggiata da inverni freddi e nevosi, con tutto quello che ne consegue, ma la stagione 1962-63 non ha avuto eguali. Il Natale del 1962 è ricordato come il più “tragico” del punto di vista atmosferico, con rinvii a non finire. L’apice si toccò il primo dell’anno: non si giocò nemmeno un match di tutti quelli in programma nelle categorie professionistiche. Il 5 gennaio si tennero solo cinque sfide del terzo turno di Coppa d’Inghilterra che fu poi possibile completare solo l’11 marzo. Il Big Freeze di quei giorni fece registrare temperature intorno ai -20 e abbondanti nevicate su tutto il Paese, stabilendo dei record che ancora resistono negli annali della meteorologia britannica. Roba che nemmeno con le attrezzature attuali – campi riscaldati e altre amenità – si sarebbe potuto ovviare al problema. Il danno a tutto il movimento del football fu talmente esteso che ci si dovette inventare una sorta di “schedina” virtuale per facilitare il compito degli scommettitori – un gruppo di esperti, tra cui gli ex giocatori della nazionale Tom Finney, Tommy Lawton and Ted Drake si riunì “a porte chiuse” per deliberare un pronostico sulle varie partite in programma, pronostico che poi sarebbe valso come risultato finale qualora a vincere fosse stato il maltempo.

Tanto per intendersi, il primo turno di campionato senza intoppi dopo l’ondata di maltempo fu quello del 16 marzo, ovvero quando il Barnsley disputò solo la sua seconda partita in tre mesi e il Blackpool poté allestire la prima sfida casalinga al Bloomfield Road dal 15 dicembre dell’anno precedente. Il terreno di gioco era così ghiacciato che gli storici dei Seasiders narrano di calciatori che a inizio gennaio si divertirono a pattinarci sopra (episodi simili si verificarono anche a Halifax, che allora vantava un club in Third Division). A Norwich si provò, senza successo, a sciogliere il ghiaccio con un incendio pilotato. Una volta scioltosi, infatti, ci metteva pochi minuti a riconsolidarsi…

Il record di rinvii, però, non appartiene al calcio inglese. A battere tutti è stata la gara valida per il terzo turno di Coppa di Scozia tra l’Airdrie e lo Stranraer: ci vollero ben 34 tentativi prima di poter vedere scendere in campo i 22 giocatori. Alla fine si impose l’Airdrie, con il 3-0 più sofferto della storia.

martedì 14 dicembre 2010

Maradona al Blackburn?

Credo che sia altamente improbabile, forse è sola una boutade giornalistica. Se mai dovesse accadere, spero che duri molto poco, anche perché in Inghilterra nessuno, tifosi dei Rovers compresi, lo accoglierebbe a braccia aperte...

Il Punto sulla Premier League – Ferguson batte Wenger, lo United vola in classifica

Torna in vetta il Manchester United, che ha anche una partita in meno rispetto alle dirette rivali. Dopo le partitissime di questo fine settimana, domenica prossima è in programma un succulento Chelsea-Manchester United, con i Blues costretti a vincere ad ogni costo.

COS'E' SUCCESSO – Monday Night di gran lusso all'Old Trafford, i padroni di casa ospitano l'Arsenal capolista. Partita non bellissima, decisa da un gol un po' casuale di Park, ma tutto sommato è giusto che i tre punti siano andati allo United. Poche le palle gol per i Gunners, che falliscono l'ennesimo esame importante degli ultimi anni. Nell’altro big match di giornata il Tottenham non riesce a peggiorare la crisi del Chelsea, vuoi per le papere del suo portiere, vuoi per l’incapacità di sferrare il colpo del ko, e anzi rischia la beffa nei minuti finali, quando Didier Drogba spreca il rigore della vittoria. La grana Tevez mette in secondo piano il successo del Manchester City sul campo di un West Ham sempre più ultimo. Mario Balotelli non incide più di tanto, litigando con l’arbitro e facendosi ammonire prima della giusta sostituzione operata da Roberto Mancini. Meglio, molto meglio Yaya Touré e David Silva, al momento i veri trascinatori di una squadra sempre sull’orlo di una crisi di nervi. Boccata d’ossigeno per il Wolverhampton, che vince il derby con il Birmingham. Sempre in coda deludenti pareggi casalinghi per Everton e Fulham, mentre l’Aston Villa si riprende sconfiggendo un West Bromwich Albion a dir poco sfortunato – nel primo tempo il dominio dei Baggies è stato pressoché totale. Molto delicato il match che il Newcastle, orfano del reietto Chris Hughton, si aggiudica nei confronti di un Liverpool appena discreto. A proposito di allenatori licenziati, la sconfitta al Reebok Stadium di Bolton costa cara a Sam Allardyce, che a sorpresa è stato esonerato dal Blackburn.

IL TOP – Tutti lo davano per partente, con destinazione Spagna. E invece Nemanja Vidic si è ritrovato con un nuovo contratto e la fascia di capitano del Manchester United. Risolto il nodo della sua permanenza nel Lancashire, ha iniziato a sfoderare prestazioni da grande baluardo difensivo. Per informazioni chiedere agli avanti dell'Arsenal.

IL FLOP – Potremmo citare senza difficoltà le “imprese” di Aurelho Gomes o l’ennesima pessima prova di Nicolas Anelka, ma forse per una volta val la pena citare qualcuno che nel fine settimana non ha nemmeno calcato i campi della Premier: Carlos Tevez. Per carità, non conosciamo le sue ragioni per chiedere di lasciare il City. Potranno essere valide e del tutto condivisibili, però destabilizzare un ambiente già sufficientemente esplosivo in un momento così delicato della stagione non ci sembra una mossa tra le migliori fatte da un giocatore che già in passato si era distinto per un carattere tutt’altro che facile.

LA SORPRESA – Forse è giunto il grande momento: Arsene Wenger ha finalmente deciso di mettere in naftalina i vari Almunia e Fabianski e dare spazio a un giovane polacco dal cognome pressoché impronunciabile ma dal futuro molto brillante: Wojciech Szczesny. Il ventenne ragazzone, che l'anno scorso benissimo aveva fatto durante il periodo di prestito al Brentford, compagine londinese di League One, ha mostrato tutte le sue qualità in un esordio da far tremare le vene dei polsi: nientemeno che in casa del Manchester United. Incolpevole sul gol, the Wall, come lo avevano ribattezzato al Griffin Park, ha compiuto almeno un paio di ottimi interventi. Sulla carta Fabianski era infortunato, però se stava in panchina forse c'era qualcun altro che meritava più fiducia...

TOH CHI SI RIVEDE – Era reduce da una lunga squalifica – l’ennesima della sua travagliata carriera – per aver picchiato a gioco fermo il povero Morten Gamst Pedersen del Blackburn Rovers. Joey Barton è tornato alla grande siglando la rete del 2-1 del suo Newcastle contro il Liverpool. Poter parlare di lui, comunque un centrocampista dalle buoni doti tecniche, per qualcosa di positivo fa sempre piacere. Non a caso sembra che il neo manager Alan Pardew lo voglia tenere in squadra. Speriamo solo di non dover più trattare delle sue “marachelle”.

LA CHICCA – Prima dell'inizio del match del Britannia Stadium, è stato reso omaggio alla leggenda Stanley Matthews, giocatore simbolo sia del Blackpool, con cui vinse la FA Cup nel 1953, che dello Stoke City, con cui esordì a 17 anni e finì la carriera alla veneranda età di 50 primavere. Un simbolo del calcio inglese, nativo proprio dei paraggi di Stoke, ricordato con grande calore da entrambe le tifoserie.

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI – Charlie Adam è il regista, la mente pensante del Blackpool. Lo scozzese è stato inspiegabilmente lasciato partire dai Rangers per fare poi le fortune dei Seasiders, che hanno saputo valorizzare al massimo la sua buona visione di gioco. E se potesse tornare utile anche a qualche squadra di caratura medio-alta?

Pubblicato oggi da Goal.com

sabato 11 dicembre 2010

Non c’è pace al St James’ Park

“Continuiamo a farci del male”. Una delle espressioni più usate – e abusate – del cinema morettiano potrebbe essere ripresa come il nuovo motto ufficiale del Newcastle United F.C. Appena le Magpies sembrano uscite dal tunnel, provano a risollevare la cresta bagnata da troppe bufere, ecco che arriva la “mazzata”, troppo spesso auto inflitta. Come definire altrimenti l’enigmatico licenziamento di Chris Hughton, con la scusa che l’ex giocatore del Tottenham e per molti mesi allenatore ad interim dei bianconeri “non era all’altezza di un campionato difficile come la Premier”? Certo, il povero Chris aveva solo riportato il club nella massima divisione inglese stravincendo la Championship e al momento del licenziamento lo United era undicesimo, roba che due anni fa, quando la compagine bianconera perdeva strisce infinite di partite, i tifosi della Toon Army se la sognavano.

E invece via con la sesta panchina saltata in tre anni per la volontà dell’odiato proprietario Mike Ashley di mettere sotto contratto niente meno che Alan Pardew, cacciato dal Southampton (League One) qualche settimana fa. Proprio nella città da dove partì il Titanic il buon Alan stava provando a rifarsi una carriera dopo i fragorosi fallimenti sia al West Ham che al Charlton. Certo, di esperienza in Premier Pardew ne ha, quel che gli difettano sono i risultati… Nel frattempo il capitano Kevin Nolan e il super-veterano Sol Campbell non l’hanno certo mandata a dire: per loro, e il resto dello spogliatoio, con Hughton si lavorava molto bene e non meritava una sorte del genere. Licenziarlo è stato un provvedimento “senza senso”. E oggi la Toon Army promette contestazioni, sia per Ashley che per Pardew. Diciamo che la cosa non mi sorprende.

mercoledì 8 dicembre 2010

8-2 dopo i supplementari!

Se non è un record, poco ci manca. A memoria non ricordo una partita che si sia mai sviluppata in questo modo: ospiti in vantaggio di due reti, rimonta dei padroni di casa, che poi nei tempi supplementari dilagano segnando ben sei gol. E' successo al vecchio Brisbane Road, ora Matchroom Stadium, tra Leyton Orient e Droylsden. Tanto per confermare che la gara è stata a dir poco scoppiettante, entrambe le squadre hanno terminato i 120 minuti di gioco in nove uomini. Ah, dimenticavo, era il replay del secondo turno di FA Cup...

martedì 7 dicembre 2010

Nasri, goal e magie, il Chelsea non vince più, risorge il Liverpool

Il solito punto Premier per Goal.com.

L’Arsenal sale al primo posto grazie all’ennesimo passo falso del Chelsea e al contemporaneo rinvio dell’incontro del Manchester United a Blackpool, causa il terreno ghiacciato del Bloomfield Road.

COS'E' SUCCESSO – Nel secondo cambio al vertice nell’arco di due sole settimane ci mette lo zampino il grande freddo che ha investito tutto il Regno Unito. Se nelle divisioni minori non si è quasi giocato, in Premier l’unico a rimanere ai box è stato il Manchester United, che ha così passato il testimone all’Arsenal neocapolista, vittorioso contro un sempre più malmesso in classifica Fulham. Come riconosciuto dallo stesso Carlo Ancelotti nelle interviste post-partita, al Chelsea non basta un primo tempo giocato a buoni livelli, specialmente se la seconda frazione di gara è deludente e l’Everton ne può comodamente approfittare. Il Manchester City supera il difficile ostacolo del Bolton con il solito timbro di Carlos Tevez, ma Roberto Mancini non si può godere appieno i tre punti a causa dell'espulsione di Aleksandar Kolarov e dell'ennesimo litigio proprio con l'Apache. Nel Monday Night è amarissimo il ritorno ad Anfield Road di Gerard Houllier. In assenza dei titolari, bastano le “riserve” Ryan Babel e David Ngog a schiantare l'Aston Villa, ormai ufficialmente impelagato nella lotta per non retrocedere. Buon per i disastrati Villans che dietro West Ham e Wolverhampton continuino a perdere e anche il Wigan, nel match casalingo con lo Stoke City, riacciuffi a stento il pari.

IL TOP – Vedersi appiccicata l’etichetta di “nuovo Zidane” è quanto di più scomodo e ingombrante possa succedere ai giocatori francesi del nuovo Millennio. Samir Nasri, anch’egli di origini algerine, non ha fatto eccezione. Dopo due stagioni abbastanza buone, sebbene segnate da qualche infortunio di troppo, quest’anno il centrocampista dell’Arsenal è esploso definitivamente. Forse perché ha la possibilità di accentrarsi di più, anche a causa delle continue assenze di Cesc Fabregas, Nasri sta fornendo con continuità prestazioni eccellenti. Il suo momento d’oro, da miglior Gunner di questa parte finale del 2010, ha avuto l’apice nel difficile derby interno con il Fulham. I suoi due goal (che si aggiungono ai sei già segnati in precedenza in Premier) hanno ricordato le movenze e l’abilità tecnica di Zizou. Ça va sans dire…

IL FLOP – Un bell'ex aequo se lo meritano la dirigenza del Newcastle e giocatori e staff tecnico dei Wolves. La prima per aver licenziato in maniera del tutto inaspettata un allenatore come Chris Hughton, che aveva riportato le Magpies in Premier, tenendole poi a galla in questo primo segmento di stagione. I secondi per l'ennesima prestazione molto deludente n casa di una diretta concorrente per evitare il tonfo in Championship. Le tre sberle rimediate all'Ewood Park di Blackburn sono senza dubbio un pessimo segnale per il Wolverhampton.

LA SORPRESA – Negli ultimi quattro precedenti in campionato, l’Everton aveva sempre pareggiato allo Stamford Bridge. Visto il pessimo stato di forma dei Toffees, in pochi credevano nell’impresa anche quest’anno, nonostante pure il Chelsea non attraversi un periodo memorabile di forma. E invece proprio il redivivo Jermaine Beckford ha negato i tre punti alla squadra che lo aveva scartato quando era solo un ragazzino di belle speranze, causando ulteriori problemi a Carlo Ancelotti. La sua panchina, dopo soli cinque punti in sei incontri, non appare più così salda.

TOH CHI SI RIVEDE – Il suo momentaneo calo di rendimento era coinciso con il brutto periodo attraversato dalla sua squadra, il West Bromwich Albion. Contro il Newcastle, Peter Odemwingie ha ritrovato la via della rete, mettendo a segno la sua prima doppietta in Premier. Risultato, per i neopromossi Baggies la parte sinistra della classifica è ormai divenuta una piacevole abitudine.

LA CHICCA – Anche grazie a un prodigioso intervento su un tiro ravvicinato di Gabiel Agbonlahor, Pepe Reina diventa l'undicesimo portiere della storia della Premier a non concedere segnature agli avversari in 100 partite di campionato.

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI – Dopo la settimana scorsa con Danny Welbeck, proseguiamo l’elenco delle giovani promesse del Sunderland. Jordan Henderson, a differenza del suo collega attaccante, opera a centrocampo ed è di proprietà dei Black Cats. Parecchi club hanno già messo gli occhi sulle sue doti tecniche e non a caso Fabio Capello lo ha fatto esordire in nazionale alla tenera età di 20 anni. Non segna tantissimo, però quello di domenica al West Ham è stato un goal di ottima fattura.

domenica 5 dicembre 2010

Le due coppe finite nel dimenticatoio

Per il calcio inglese gli anni Ottanta sono sinonimo di declino, violenza e tragedie. Uno dei più terribili eventi luttuosi di quel controverso decennio, il dramma dell'Heysel, tra i tanti suoi strascichi comportò anche l'esclusione delle squadre dell'allora First Division dalle competizioni europee dal 1985 al 1990. Mentre si gettavano i semi per la rinascita del Beautiful Game ripensando come gestire l'ordine pubblico e ricostruire gli stadi, le alte sfere di Federazione e Lega provarono a trovare una soluzione al vuoto, anche economico, lasciato dalla mancata partecipazione alle Coppe continentali – che, ironia della sorte, negli Anni Settanta e nella prima parte degli Ottanta erano spesso appannaggio dei team inglesi.
Nacquero così la Full Members Cup e la Screesport Super Cup. Due tornei dalla vita breve il primo, brevissima (una sola edizione) il secondo.

Creata su idea dell'allora presidente del Chelsea Ken Bates, la Full Members Cup fu osteggiata dai grandi club – quelli che in teoria erano abituati a giocare in Europa – tanto che Liverpool, Manchester United, Arsenal e Tottenham non vi presero mai parte, mentre l'Everton (allora una vera potenza del football d'oltre Manica) si cimentò solo due volte. Nel 1985 furono 21 le compagini iscritte, 41 sette anni dopo, quando ci fu il canto del cigno della coppa in quel momento sponsorizzata dalla Zenith Data Systems. La scarsa affluenza di spettatori fu subito un chiaro sintomo del ridotto interesse per l'evento. Tolte le finali, solo quattro partite in totale fecero registrare più di 20mila spettatori. Certo, dal momento che gli atti conclusivi si disputavano a Wembley, in quelle occasioni il discorso cambiava.
Nel 1990 Chelsea vs Middlesbrough fu seguita sugli spalti da 76mila tifosi.

I Blues non erano ancora diventati ricchi e potenti grazie ai petrorubli di Roman Abramovich. Per la verità non se la passavano benissimo né a livello societario né sul campo, così che le due affermazioni nella Full Members Cup furono festeggiate a dovere dalle parti di Stamford Bridge. Nel 5-4 inferto al Manchester City nel 1986, la tripletta di Gary Speed fu la prima segnata da un giocatore sul sacro suolo di Wembley dopo la ben più celebre di Geoff Hurst nella finale dei mondiali del 1966. Nottingham Forest (due volte), Blackburn Rovers, Crystal Palace e Reading completano l'elenco dei vincitori.

La Screensport Super Cup ebbe sorte ancor peggiore. Già la formula di due gironi composti da tre squadre, con una sola eliminazione, non lasciava presagire nulla di buono e nemmeno la presenza delle prime cinque della classifica 1984-85 (Everton, Liverpool, Tottenham, Manchester United e Southampton, mentre la sesta era il Norwich City, vincitore della Coppa di Lega) face mai decollare una competizione snobbata dai tifosi come nulla in passato – tanto per citare un esempio, i 7.548 che si scomodarono per assistere al match casalingo contro l’Everton contribuirono a stabilire un record negativo per gli Spurs dal 1947 a quella parte. Il Times bollò la coppa come “una versione allargata del Trivial Pursuit” e le due finaliste, i due club di Liverpool, erano così vogliose di disputarsi il trofeo che la doppia finale si disputò addirittura all’inizio della stagione 1985-86! I Reds ebbero vita facile – 3-1 ad Anfield, 4-1 al Goodison Park – ma non ci sono dubbi che la coppa (una brutta copia della vecchia Coppa Intercontinentale) suscita la curiosità della maggioranza dei tifosi che visitano la sala dei trofei dello stadio del Liverpool.

Poi la nottata passò, il bando europeo fu levato e la neonata Premier portò con sé vagonate di quattrini e di sponsor. E nessuno si ricordò più di un esperimento andato male.

venerdì 3 dicembre 2010

Inghilterra, un’altra delusione Mondiale

Una volta deciso che il Mondiale del 2018 sarà organizzato dalla Russia e non dall’Inghilterra, si è scatenata la caccia alle ragioni del fallimento del progetto messo in piedi dalla Football Association e dal governo di Sua Maestà. La solita arroganza britannica – vista la presenza a Zurigo per la decisione finale del principe William e del Premier David Cameron – e i media troppo ficcanaso, le motivazioni più gettonate.

Al di là del mea culpa subito recitato da David Beckham – “chiediamo scusa ai tifosi per quanto accaduto”, dal campo inglese si sono invece sprecate le accuse, sia da parte dell’inquilino di Downing Street – “secondo la Fifa noi abbiamo presentato la migliore candidatura sia da un punto di vista tecnico che commerciale, siamo anche appassionati di calcio, ma tutto questo stranamente non è bastato” – che del presidente del comitato organizzatore, Andy Anson, il quale non ci è andato certo leggero. "Non sono sicuro di quello che è successo. È chiaro che ci hanno promesso il loro voto e poi non ci hanno scelti.

Non siamo stati ingenui, sapevamo tutto quello che stava accadendo” si è lamentato, paventando complotti di palazzo che hanno sbarrato la strada alla candidatura inglese sin dal primo turno di votazioni. La real politik e gli interessi geopolitici della Fifa hanno quindi avuto il sopravvento. Le inchieste di BBC e Sunday Times sui comportamenti poco puliti di alcuni membri del governo mondiale del calcio avranno pure inciso, ma, visto che scoperchiavano un vaso di pandora e denotavano un accurato lavoro giornalistico non possono subire alcun tipo di critica – oltre Manica c’è chi le ha definite “antinazionalistiche”, temendo i possibili impatti negativi che poi forse ci sono stati – ma vanno solo elogiate.

La delusione è tanta. Certo è singolare che il Paese che ha dato il football al mondo e che al momento ha degli impianti e un’organizzazione magistrale ha sinora ospitato solo una fase finale della Coppa del Mondo – peraltro nel lontano 1966. I puristi e i tradizionalisti, però, se ne sono subito fatti una ragione, pensando che alcuni stadi – City Ground di Nottingham in primis – non andranno così in pensione e centri con poca tradizione calcistica come Milton Keynes non ospiteranno (un po’ immeritatamente, visto che fino a pochi anni fa non aveva una squadra di calcio e l’ha dovuta “scippare” al Wimbledon) niente meno che qualche gara di un Mondiale.

mercoledì 1 dicembre 2010

No allo stadio Olimpico

Questo più o meno il messaggio che campeggiava su una bandiera che alcuni tifosi del West Ham presenti nella East Stand del Boleyn Ground hanno esposto in maniera continuativa durante il match di Carling Cup stravinto dagli Irons contro il Manchester United. Stando però alle ultime notizie sembra proprio che lo stadio olimpico dopo i Giochi del 2012 sarà la nuova casa del West Ham.